OPERAZIONE GRANDE CARRO, BLITZ DEI ROS: 48 PERSONE ARRESTATE

27 Ottobre 2020

La mani della criminalità organizzata sul settore agroalimentare. Si chiama Grande Carro, l'operazione, che ha coinvolto le province di Avellino, Bari, Brescia, Brindisi, Chieti, Foggia, Forlì Cesena, Imperia, Lecce, Napoli, Rimini, Salerno e Teramo, condotta dai Carabinieri del Ros e del Comando per la Tutela Agroalimentare. L'operazione ha portato all'arresto di 48 soggetti indagati a vario titolo per associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi e esplosivi, truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche (anche con riferimento a quelle Ue) ed altri delitti. I provvedimenti scaturiscono da un'indagine avviata dal Ros che - dopo la cattura del latitante Francesco Russo in Romania - si è concentrata sulle dinamiche criminali riconducibili alla "Batteria Sinesi-Francavilla", organizzazione mafiosa sviluppatasi alla fine degli anni '80 nella Provincia di Foggia. Sotto il profilo delle attività criminali, è emersa una forte pressione estorsiva esercitata dal sodalizio a carico di aziende agricole, ditte di trasporti e di onoranze funebri, società attive nella realizzazione di impianti eolici e nel settore delle energie alternative le quali, a seguito di sistematica attività intimidatoria, sono state costrette al versamento di percentuali sui ricavi/lavori ottenuti, nonché ad affidare in subappalto ad aziende riconducibili al sodalizio l’esecuzione di contratti di lavoro, servizi e forniture, oppure a rinunciare alle commesse già ottenute. Inoltre, è stata riscontrata la riconducibilità di una serie di imprese operanti nei settori edile, movimento-terra, trasporti, ristorazione e del gaming queste ultime  in Emilia Romagna, alla batteria che, tramite prestanomi, costituiva ex novo società, oppure infiltrava gli assetti societari esistenti. In tale contesto è stata pure accertato il reinvestimento di fondi illeciti nell’acquisto di un complesso immobiliare a Praga, del valore di oltre mezzo milione di euro. Gli approfondimenti svolti hanno evidenziato come gli indagati, anche con la connivenza di alcuni funzionari pubblici compiacenti, sono riusciti a percepire indebitamente, tra il 2013 ed il 2018, contributi per complessivi 13,5 milioni di euro, veicolati attraverso i “PIF-progetti integrati di filiera”.
Servizio di Gianluigi Luccarelli




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