INCHIESTA TECNOPOLO-ACQUARENA, 18 INDAGATI A PROCESSO

30 Settembre 2020

Sono stati tutti rinviati a giudizio i 18 indagati per la vicenda degli appalti della cosiddetta inchiesta Tecnopolo-Acquarena. La decisione del Gip del tribunale di Rimini è arrivata nel pomeriggio di ieri, il processo partirà a marzo. Le ipotesi di reato vanno dalla truffa ai danni dello stato al falso. L'inchiesta vede coinvolti anche alcuni dipendenti comunali. L'avvocato Moreno Maresi che difende uno di loro, commenta così: «Prendiamo atto del rinvio a giudizio e confidiamo di dimostrare l'estraneità ai fatti». L'attività investigativa era partita nel 2015 da segnalazioni dell'ex assessore Roberto Biagini sull'attività del modenese Mirco Ragazzi come "facilitatore" presso gli uffici del Comune di Rimini nei quali avrebbe avuto un accesso troppo libero. Gli atti, fatti da pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, farebbero emergere un sistema inquinato sulla gestione degli appalti al di là delle rilevanze penali. «La cittadinanza riminese deve essere a conoscenza di quello che accadeva – aveva spiegato l'ex assessore Biagini incontrando la stampa nel settembre del 2019 – Non credo che una cosa di questo genere, un sistema fallato di concatenazione di tecnici e imprese, che portava a un aumento di costi per la pubblica amministrazione si debba ripetere». A condurre l’inchiesta è stata la Guardia di Finanza di Rimini che ha raccolto un cospicuo materiale anche grazie a intercettazioni ambientali e telefoniche. Le accuse vanno dal falso alla truffa aggravata ai danni dello Stato. E la prima udienza è stata fissata per il prossimo 16 marzo. 
Servizio di Marcello Bartolini




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